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6/15/07

Tutte le tecniche per truffare in rete

«Le suggeriamo di effettuare tutte le operazioni come di seguito se non vuole che le succeda qualcosa: i nostri amici sono dappertutto e sicuramente lei non vuole che succeda qualcosa alla sua famiglia». Quello che avete appena letto è il testo di una email inviata a una vittima del "cyberlaundering" - il coinvolgimento in operazioni di ripulitura di guadagni illegali tramite Internet - che si era rifiutata di prestarsi al gioco sporco che gli veniva proposto, mettere a disposizione il proprio conto corrente per trasferire su altri conti esteri denaro da riciclare. Un messaggio del genere potrebbe arrivare a chiunque decidesse di rispondere a una quelle mail che ogni giorno intasano le caselle elettroniche di tutti. Opera di organizzazioni criminali simili a quella sgominata dalla guardia di finanza, coordinata dal pubblico ministero Francesco Cajani, in un´inchiesta chiusa ieri con 152 persone denunciate - 114 dei quali indagati dalla procura di Milano - due arresti e 230mila euro sequestrati.
La banda, capeggiata da due lettoni - già arrestati e condannati - era dedita soprattutto al phishing, la "pesca" truffaldina dei dati bancari altrui tramite email spedite a migliaia di indirizzi. I magistrati milanesi hanno scritto alla Banca d´Italia: «Il fenomeno non è in calo, intervenite con maggiore incisività». La normativa contro le operazioni sospette, scrivono Cajani e il procuratore aggiunto Alberto Nobili, non è applicata dalle banche: un «danno» per migliaia di correntisti e per «la credibilità stessa del sistema di home banking».
Le tecniche del phishing sono varie: il phisher fa arrivare un messaggio che simula, per esempio, una comunicazione ufficiale della sua banca o delle Poste. In questo caso, «non bisogna rispondere», consiglia Cajani. Possono arrivare anche proposte di lavoro di fantomatiche società che chiedono di mettere a disposizione il proprio conto corrente per un ipotetico lavoro in cambio di percentuali nei guadagni. «Nessuna società seria - avverte Cajani - fa proposte del genere via email: è un modo per arruolare financial manager. E se si forniscono i propri dati bancari, essi saranno utilizzati per operazioni perseguibili penalmente come reati di riciclaggio o esercizio abusivo dell´intermediazione finanziaria (laddove si pongano all´incasso e si trasferiscano parte di quelle somme indebitamente confluite sul proprio conto». Attenzione anche a strane mail con allegati: «Mai aprirli, contengono virus che infettano il computer». Ma può restare vittima di phishing anche chi non ha mai risposto alle mail né aperto allegati.
Ci sono virus, infatti, in grado di capire quando l´utente si collega a un sito di home banking: in quel momento caricano una pagina diversa da quella reale. Subito dopo che le credenziali di accesso vengono inserite dallo stesso utente ignaro, viene simulata una interruzione di servizio. «Il consiglio è chiamare il call center della banca - spiega Cajani - e comunque è fondamentale installare antivirus e firewall: si possono trovare anche gratis su Internet». Tra gli indagati ci sono pregiudicati ma anche casalinghe, professionisti, studenti che hanno risposto all´offerta di lavoro come "financial manager". Incassavano bonifici fino a cinquemila euro e li trasferivano all´estero con operazioni guadagnando il 5 per cento. E così succedeva che il signor Davel Petrov, in Russia, o l´ucraino Aurel Lupu ricevessero sui propri conti migliaia di euro da parte di ignari cittadini italiani attraverso società di trasferimento di denaro come la Western Union. Un business gestito, forse, dalle mafie dell´Est.
In alcuni casi gli intermediari erano consapevoli, in altri no. E per rendere più credibile le operazioni venivano create finte società. A capo di una di esse, addirittura, risultava esserci proprio una vittima del phishing: dal computer gli avevano rubato tutti i dati, il codice fiscale e persino la fotografia. Un furto d´identità completo.

diriti dida Davide Carlucci
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